Il concetto di bellezza, in cinofilia,
va inteso nel significato di bellezza funzionale. Questo significa che
un soggetto è bello quando la sua struttura è adeguata all'attività
che deve svolgere. Il cane, di qualsiasi razza, non è un puzzle
ma una combinazione di parti; pertanto l'errata costruzione di una sola
di essa incide sull'armonia complessiva del soggetto e se grave, sulla
correttezza morfo-funzionale quindi sul suo utilizzo nell'attività
venatoria. Le caratteristiche del Setter inglese non possono essere stravolte
dall'agonismo delle manifestazioni sportive e ciascuna razza deve mantenere
la propria identità nell'ambito del confronto diretto. A volte
si esagera nel richiedere velocità, una ricerca geometrica e meccanica
ovvero si sbaglia nel valutare lo stile, i pregi e i difetti del soggetto
in esame. (...)
Il concetto di bellezza, in cinofilia,
va inteso nel significato di bellezza funzionale. Questo significa che
un soggetto è bello quando la sua struttura è adeguata all'attività
che deve svolgere. Il cane, di qualsiasi razza, non è un puzzle
ma una combinazione di parti; pertanto l'errata costruzione di una sola
di essa incide sull'armonia complessiva del soggetto e se grave, sulla
correttezza morfo-funzionale quindi sul suo utilizzo nell'attività
venatoria. Le caratteristiche del Setter inglese non possono essere stravolte
dall'agonismo delle manifestazioni sportive e ciascuna razza deve mantenere
la propria identità nell'ambito del confronto diretto. A volte
si esagera nel richiedere velocità, una ricerca geometrica e meccanica
ovvero si sbaglia nel valutare lo stile, i pregi e i difetti del soggetto
in esame.
Lo standard, per esempio, prevede un galoppo
sostenuto ma tale assioma non significa che il Setter inglese debba competere
in velocità col cugino Pointer. Il movimento deve essere redditizio
e contemporaneamente denotare estrema fluidità: galoppo in linea,
posteriore e anteriore coordinati. A chi non possiede un adeguato colpo
d'occhio (.. e sono molti) il numero delle battute fa apparire veloce
un soggetto che in realtà non lo è; ciò è
comprensibile in quanto la frequenza colpisce la nostra vista. Premesso
che la frenesia non appartiene al Setter inglese, occorre considerare
l'altezza al garrese e il numero di batture per unità metrica percorsa.
E' inutile sottolineare che la costruzione del tronco rappresenta il fulcro
della razza; a pari livello è da preferire il soggetto che possiede
il miglior tronco in quanto, nell'analisi dinamica, sarà quello
dotato del movimento più in stile. Dal punto di vista della selezione,
occorre anche sottolineare, che è più facile migliorare
la conformazione della testa rispetto ai molti elementi che compongono
il tronco di una razza.
Altri
collegamenti:
- I
disegni dei principali difetti.
- La
capacità di valutazione.
- Il
movimento.
Il disegno
(mappa sensibile) ritrae le regioni anatomiche più importanti:
1)Canna
Nasale. 2)Salto naso-frontale. 3)Fronte. 4)Occipite. 5)Collo. 6)Garrese.
7)Dorso. 8)Rene. 9)Groppa. 10)Natica. 11)Gamba. 12)Garretto (tarso).
13)Metatarso. 14)Sterno. 15)Carpo. 16)Metacarpo. 17)Avambraccio. 18)Petto.
19)Omero. 20)Spalla. 21)Torace. |
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Osservare
la testa di un cane significa poter apprendere informazioni basilari
quali il carattere, la costruzione anatomica, il sesso. Lo standard
utilizza l'indice cefalico (i.c.) quale valore matematico per esprimere
il tipo; la testa del setter inglese deve avera un i.c. inferiore
a 50 e per tale motivo la razza viene definita dolicocefala ( testa
meno larga della metà della sua lunghezza) con un valore intorno
a 45. A testa dolicocefala corrisponde una struttura del tronco mesomorfa
ossia, con un indice corporale (lunghezza del tronco rapportata alla
circonferenza del torace) compreso tra 71 e 84. L'espressione viene
anche definita dagli assi cranio-facciali; essi sono indentificati
dall'asse del muso (dalla punta del naso all'estremita posterione
della canna nasale) e dall'asse del cranio (dalla fronte al centro
dell'ocipite). In questa razza gli assi devono essere paralleli. Un
altro elemento, che concorre alla definizione della tipicità
della testa, è l'occhio nella sua conformazione complessiva
(colore, posizione e forma); nel nostro setter, la posizione deve
essere semilaterale coerentemente alla testa "allungata"
(angolo di 20° -30° rispetto all'orizzonte). L'iride è
ben pigmentata, accettata leggermente più chiara nei soggetti
di mantello bianco arancio mentre è da eviatre l'occhio gazzuolo.
Passando all'apparato masticatore, le mascelle debbono essere di eguale
lunghezza e le arcate dentarie debbono chiudersi perfettamente; personalmente
ritengo accettabile la chiusura a tenaglia in quanto non è
indice di altre carenze a carico della struttura generale della testa
e non è equiparabile ai fenomeni del prognatismo e dell'enognatismo
determinati da caratteri ereditari gravi a carico delle sezioni ossee. |
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La
lunghezza del tronco si misura dalla punta della spalla (articolazione
scapolo-omerale) alla punta della natica (ischio). La particolarità
del Setter inglese è il rettangolo "corto" in cui
si iscrive il tronco che dovrebbe essere di circa 1/20 - 1/18 più
lungo dell'altezza al garrese; pertanto il grande errore di molti
operatori è quello di considerare solo il concetto relativo
(il rettangolo) senza considerare l'aspetto assoluto (ossia una lunghezza
di pochissimo superiore all'altezza). L'origine del movimento è
da individuare negli arti posteriori, mentre gli anteriori si limitano
a riceverlo e assecondandolo fungono da ammortizzatori. Affinchè
risulti redditizio occorre un perfetto bilanciamento tra posteriore
ed anteriore (dimensione ed inclinazione dei vari segmenti ossei).
Già Laverack aveva intuito quanto fosse importante, per la
funzionalità del movimento, una buona inclinazione della spalla;
il Setter inglese deve avere una spalla obliqua in quanto l'impulso
del posteriore deve trovare l'arto anteriore in posizione favorevole
affinchè l'oscillazione sia ampia e tale da permettere al cane
di non "picchiare sull'anteriore" esprimendo andatura fluida
ed in linea. Proseguendo nell'analisi dell'arto anteriore (che è
caratterizzante della razza) ci soffermiamo sul braccio (omero); questo
deve essere più lungo dell'avambraccio e combinato con un angolo
scapolo -omerale chiuso si ottiene una lunghezza da terra al gomito
inferiore a quella tra gomito e garrese che determina la classica
andatura radente tipica di tale razza (ovviamente il tutto combinato
con un posteriore ben equilibrato). Il tronco termina con un rene
forte e corto, fondamentale per la resistenza allo sforzo fisico prolungato,
e si raccorda all'arto posteriore con la groppa la quale è determinante
per l'azione meccanica del movimento. Quest'ultima parte anatomica
è spesso oggetto di "discussioni cinotecniche" dovute, in parte alla
complessa conformazione della stessa e in parte alla generale conformazione
del tronco che non rappresenta l'ideale galoppatore. Occorrono colpo
d'occhio ed esperienza per comprenderla e valutarla correttamente.
Nonostante lo standard indichi nel 10° l'inclinazione tipo, la mia
esperienza mi suggerisce un valore superiore (circa il doppio) per
avere, in una conformazione corretta dell'arto (proporzioni, lunghezze
e angoli), una piena funzionalità unita allo stile di razza. La cinognostica
considera orizzontale una groppa con inclinazione di 25° all'orizzonte
e la stima ideale per un galoppatore naturale quale è il Pointer;
considerando il galoppo morbido, fluido, non veloce che deve esprimere
il Setter inglese, un'inclinazione eccessiva in entrambi i sensi non
permette di ottenere l'obiettivo prefissato dallo standard. Per ottenere
inoltre solidità, la mia casistica suggerisce di evitare groppe oltremodo
larghe, eccessivamente corte e troppo piatte; una combinazione di
tali situazioni anatomiche può nascondere o favorire (in caso di cattivo
sviluppo fisico) differenti forme di displasia dell'anca, con le naturali
conseguenze che tutti possono immaginare. Infine, lo standard prescrive
una coscia (femore) di circa 1/3 dell'altezza al garrese ed un'inclinazione
(dall'indietro in avanti) di circa 113°; l'angolo femoro-tibiale,
a sua volta, condiziona quello scapolo-omerale e, inoltre, l'inclinazione
della groppa. Le corrette proporzioni dei componenti del posteriore
unite ai giusti angoli permetteranno un'adeguata propulsione. |
Il
movimento |
Il
galoppo del setter inglese si distingue da quello di tutti gli altri
cani per la sua particolare "aderenza" al suolo. L'andatura
radente non dipende dall'altezza al garrese ma dalla conformazione
degli arti e dalle loro angolazioni. Purtroppo, troppo spesso, si
esaltano galoppi che sembrano radenti ma in realtà eretti perchè
il soggetto è di taglia minima o peggio (errore); oppure si
apprezzano galoppi che sembrano esprimere velocità ma che in
realtà sono il frutto di battute frequenti (da penalizzare).
L'andatura e lo stile risentono della particolare costruzione: rispetto
al Pointer, la lunghezza inferiore dell'avambraccio e della gamba
determinano, a parità di altezza al garrese, una minor frequenza
delle battute unita ad una percorrenza inferiore (quindi velocità
inferiore) con miglior agilità (forse anche minor fatica);
le inclinazioni degli arti, essendo più flesse, determinano
la maggiore fluidità e la linearità del movimento (visto
che la colonna vertebrale non flette). Gli esempi appena riportati
rivelano un'importante anomalia: il setter inglese, che deve essere
iscritto in un rettangolo peraltro corto, è un galoppatore
al pari del Pointer che è iscritto in un quadrato. La cinognostica
ufficiale assume la struttura nel rettangolo quale indentikit per
il trottatore ed il quadrato per il galoppatore; questo è una
conseguenza dell'intento di trasformare "l'entità complessa
cane" in un modello matematico al quale possono essere applicate
le leggi di statica e di cinematica ma non considera altre componenti,
quali sistema ghiandolare e il rapporto peso-potenza. Un galoppatore
deve avere un potente apparato di propulsione, una colonna vertebrale
elastica e flessibile, un favorevole rapporto peso-potenza ed un sistema
ghiandolare e nervoso adeguato. Il setter inglese possiede questi
requisiti; la selezione ha trasformato questo canide (tronco in un
rettangolo corto, posteriore ed anteriore ben angolati, avambraccio
più corto del braccio) fino a farlo rassomigliare ad un felino
(peraltro, quasi tutti ottimi galoppatori). |
Le
lacune del sistema di valutazione |
La
capacità di valutazione, ossia la capacità di discernere
il pregio, il difetto e le compensazioni a mancanze gravi, presuppone
un colpo d'occhio che solo l'esperienza può conferire. Non
potendo avere tutti i membri della classe giudicante con esperienze
dirette vissute a livello professionale o semi-professionale nella
selezione di una razza, sarebbe opportuno che tale lacuna fosse
compessata da un attento studio teorico rapportato alla realtà
di chi opera la selezione; non è ammissibile che un giudice
- esperto (formula nebulosa con cui l'ENCI individua i membri della
classe arbitrale) ritenga la nascita di un campione frutto della
fortuna e nient'altro! Ciò mi lascia perplesso. Nella condizione
attuale anche la capacità di relazionare un soggetto (sia
in campagna che nel ring di un'esposizione) risulta limitata; non
voglio riferirmi all'uso di termini che a volte sono estranei al
contesto cinotecnico (es. galoppo basculante), ma all'astrattismo
con la quale ci si cala nella realtà della manifestazione
cinotecnica: se questa è una prova di caccia pratica occorre
richiedere prima l'azione di caccia poi animus agonistico; chi dimostrerà
entrambi potra aspirare ai massimi livelli, ma chi dimostra di non
possedere la prima qualità è un soggetto da non considerare.
In egual modo, nell'ambito di una esposizione, occorre applicare
sempre il concetto di bellezza funzionale e penalizzare tutti quei
soggetti che denotano carenze strutturali delle parti anatomiche
primarie. |
Esempi
dei principali difetti morfologici |
L'intervallo
entro il quale un soggetto è considerato "tipico" (cioè appartenente
alla sua razza), viene definito da due limiti estremi teorici, che
sinteticamente definiamo ipotipo e ipertipo. E' "ipotipico"
un soggetto che presenta le caratteristiche del suo standard in
misura talmente ridotta (brutto) da essere fuori standard per difetto.
E' "ipertipico" un soggetto che presenta le caratteristiche
del suo standard in misura talmente eccessiva (non bello) da essere
fuori per eccesso. L 'ipotipo è un "diafano fantasma della
razza", l'ipertipo una fastidiosa caricatura. Com è successo
nell'arte, dove al classico è subentrato il barocco, o in atletica
con il culturismo, disciplina che tende a sviluppare i muscoli non
a scopo funzionale ma meramente (e discutibilmente) estetico, così
in cinotecnia un setter "barocco" presenterà un aspetto complessivo
pesante, un tronco spesso troppo allungato, con torace eccessivamente
disceso, angolature posteriori esagerate e un rapporto dell'anteriore
eccessivamente près de terre. Tutto ciò comporterà un'alterazione
del giusto rapporto peso-potenza, scarsa nevrilità e temperamento
apatico, a tutto detrimento delle doti venatorie. Ciò autorizzerà
gli appassionati del cane da lavoro ad asserire che i setter "belli"
(che non sono belli perchè fuori tipo per eccesso e quindi
"brutti") non possono essere anche "bravi" e a ripiegare
su soggetti genericamente "brutti", più asciutti e nevrili. Ma anche
una selezione basata sulla nevrilità può comportare per la razza
gravi pericoli di degenerazione quando il criterio predominante
di giudizio (nelle prove) invece di fondarsi su quel complesso di
fattori comportamentali che vanno sotto il termine di "stile", tenga
conto unicamente della velocità pura (agonismo). Questa tendenza,
originata dalla competizione col pointer, avvantaggerà alla lunga
esemplari sempre più nevrili, ma anche sempre più "epagneul". Una
tale costruzione non sarà più in grado di produrre un galoppo allungato,
fluido e radente, in "stile di razza", bensì una andatura velocissima,
"saltata", con ferme "a strappo" proprie del pointer. In sintesi
una tendenza a scivolare verso l'ipotipo. E' forse utopia immaginare
un cane bello e contemporaneamente bravo? Assolutamente no se i
giudici, di bellezza o di prove, tenessero sempre presente, nei
loro giudizi, il criterio di "bellezza funzionale": dove bellezza
vuol dire appunto adattamento della struttura alla sua funzione.
Il pericoloso dualismo cane da bellezza-cane da lavoro, ha origine
dal fraintendimento, in un senso o nell'altro, di questo concetto
teorico fondamentale. E tale fraintendimento, a sua volta, nasce
dalla competizione esacerbata e fine a se stessa. In conclusione,
i due limiti entro i quali si ha la tipicità di una razza
rappresentano riferimenti teorici della valutazione complessiva
del soggetto. Entrambi rappresentano il "brutto": l'ipotipo
per difetto, l'ipertipo per eccesso. Tale concetto, tuttavia, rimane
tutt'ora molto difficile da comprendere per la maggior parte del
mondo cinofilo perchè si riferisce astrattamente al complesso
e difficilmente riscontrabile nella realtà; infatti, gli
esemplari che incarnano tale condizione limite dovrebbero presentare
la stessa tipologia d'errore in ogni loro componente. Suggerisco,
quindi, di considerare sempre il soggetto in ogni suo aspetto e
di valutare di volta in volta la corrispondenza allo standard di
ogni componente; solo in un'analisi dettagliata si comprenderanno
gli errori morfologici e la loro tipologia, quindi la motivazione
della bruttezza e della bellezza. Di seguito
illustriamo i disegni dei principali possibili errori di costruzione. |
Testa
In
ordine: corretta, con muso troppo corto, con muso troppo lungo, con muso
stretto, con labbra abbondanti e da ultimo con rughe e connettivo flaccido.
Assi cranio-facciali e attaccatura
delle orecchie
In
ordine da destra a sinistra: profilo montonino, assi cranio-facciali convergenti,
assi cranio-facciali dicergenti, testa con orecchio attaccato troppo in
basso e testa con inserzione dell'orecchio troppo alta.
Il tronco
In
ordine, dall'alto in basso e da destra a sinistra: un tronco troppo corto;
troppo lungo; un tronco con dorso insellato, con groppa sfuggente e posteriore
scarsamente angolato; un soggetto con garrese piatto, omero corto e dritto
e con accenno di cifosi; un soggetto con spalla dritta, collo corto e
groppa piatta; un soggetto troppo alto sugli arti; infine, un setter setter
col posteriore eccessivamente angolato.